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Sono 20 giorni che vivo a Parigi e sono un origami. Mi piego su me stessa con precisione, combacio di nuovo con i punti salienti di un tempo, mi spiego per prendere una nuova forma: sono sempre io, sono viva e ce la sto facendo. Bene, come mi sento, bene ho detto.

Organizzarsi per il trasloco

Il sabato mattina a Castiglione c'è il mercato. Ce l'ho sotto casa per cui di solito alle 5.30 sono già sveglia e accompagno con le mie giravolte nel letto i mercanti che apparecchiano i loro banchi. Dalle 7 è tutto un vociare, spostare, scambiare: al banco frutta e verdura gli affari migliori si fanno alle 12.30 quando stanno per sbaraccare e nel sacchetto spuntano erbette in regalo, cavoletti, 2 mazzi di bietole al prezzo di 1.

Fare spazio dentro e fuori: decluttering

Ogni volta che ho liberato una casa per andare in un'altra ho provato dolore. Stipati negli scatoloni c'erano pezzi di vita decadenti, superstiti di un naufragio, i boh e gli speriamo, i questo assolutamente. Li ricordo tutti i miei traslochi: in particolare uno, in cui feci il  tragitto in auto per portare le ultime cose con le lacrime agli occhi, singhiozzavo agli stop, mi asciugavo le guance sui rettilinei, a ogni curva allungavo la mano per tenere le buste sul sedile accanto a me. Da fuori ogni trasloco deve sembrare un carico imbarazzante di ricordi.

Chiara Gandolfi gratitudine

Che bello vai a Parigi! Adoro Parigi, la città dell'amore! Come ti invidio! Io partirei subito! Che fortuna! Ti vengo a trovare! Quando dico che mi sto per trasferire a Parigi la reazione delle persone è al 90 % di grande entusiasmo: subito viene visualizzata l'immagine di Parigi cartolina, Parigi Montmartre, Parigi Tour Eiffel, Parigi l'amore, i bistrot, i baschi e le baguette.

Impara il francese quaderno di Claire

Nonostante siano più di due anni che vado in Francia un mese sì e uno no, ho iniziato a usare timidamente qualche parola di francese solo dopo che io e Roberto abbiamo deciso di andare a vivere insieme a Parigi. Per la serie "mo mi tocca per forza".  Prima parlavo sempre in inglese con chiunque (tranne con gli italiani e vi assicuro che a Parigi ce ne sono parecchi, per non parlare di ravennati, una vera invasione).

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